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25 Gennaio 2022

Gli artisti e la street art a New York: le opere di Keith Haring

Ci sono artisti la cui immagine è legata in modo indissolubile a New York e alla sua scena artistica rivoluzionaria anni ’80.Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat (la cui mostra è in arrivo a NYC il 9 aprile, leggete qui) e Roy Lichtenstein sono solo alcuni degli artisti che insieme a Keith Haring a New York divennero simboli di un nuovo movimento chiamato Pop-art, fenomeno mondiale che cambiò per sempre il rapporto tra creazione artistica e società. Ripercorriamo una parte di storia della street art a New York attraverso gli occhi e le opere di Keith Haring.

Street art a New York: Keith Haring e la sua arte

La filosofia di Keith Haring si basava sul concetto che l’arte dovesse comunicare a una quantità di persone più ampia e non solo a quella ristretta élite che poteva permettersela e capirla.

Keith Haring a New York arrivò alla fine degli anni ’70, un periodo pericoloso dove la criminalità dilagava, molti edifici erano abbandonati e con la città in bancarotta e il degrado sempre più in crescita molti avevano paura di andarci. Iniziò ad interessarsi a quello che succedeva nelle strade di New York, era affascinato dai graffiti che vedeva (tendenza nata nel Bronx), grandi disegni all’esterno dei vagoni della metropolitana ed incredibili calligrafie all’interno, un modo semplice di competere con i cartelloni pubblicitari.

L’Houston Bowery Wall, noto anche semplicemente come Bowery Wall, è un famoso murale attualmente di proprietà e curato da Goldman Properties, nella zona del Lower East Side di Manhattan. Il muro di cemento, su Houston St e l’intersezione della Bowery, era stato un popolare punto di graffiti nei primi anni ’80, quando l’artista di strada Keith Haring vi creò un grande murale nel 1982.

street art a New York Bowery Wall Keith Haring
(Pic credit: artsy.net)

Una ricreazione del celebre murale di Houston Street e Bowery di Keith Haring è stata esposta nella sua posizione originale dal 4 marzo al 21 dicembre 2008. Il progetto, eseguito da Gotham Scenic e presentato per gentile concessione di Goldman Properties, la Keith Haring Foundation e Deitch Projects, aperto per commemorare quello che sarebbe stato il 50° compleanno di Haring. L’originale è diventato un punto di riferimento immediato dopo che Keith l’ha dipinto, con l’aiuto del suo partner Juan Dubose, anche se nell’estate del 1982 era disponibile solo per pochi.

Street art a New York: la geniale intuizione 

Keith Haring  faceva parte di un movimento di artisti che cercavano di fare arte al di fuori del sistema delle  gallerie e di espandere la street art a New York. Nacque così nel 1980 il famoso The Times Square Show, influente mostra d’arte collaborativa che fece riconoscere per la prima volta al mondo dell’arte  l’esistenza dell’underground.
Street Art a New York Keith Haring
(Pic Credit: Widewalls.ch)

E’ proprio in questo periodo che Keith capendo il potenziale delle immagini fece una mostra composta da linee animate così originali e dinamiche da catturare immediatamente l’attenzione, dischi volanti e animali stilizzati che dall’aspetto avrebbero potuto sembrare  mucche o pecore caratterizzate dal muso squadrato.

Un giorno scese nella metropolitana e vide un pannello nero vuoto messo li per coprire un vecchio cartellone pubblicitario, sembrò subito una superficie perfetta, una tela che lo stava aspettando e che non poteva lasciarsi sfuggire, così torno in superficie per comprare dei gessetti. Keith Haring a New York usava ogni stazione della metropolitana per disegnare e farsi conoscere, la crisi economica della città aveva generato una miriade di pannelli pubblicitari senza affissione, vuoti e pronti all’uso.  All’improvviso nel 1982 sul tabellone di Times Square fu riprodotta un’animazione fatta con i suoi disegni.  Per la prima volta ebbe acquirenti per le sue opere, numerosi galleristi iniziarono a contendersi le sue opere e si rese conto che poteva mantenersi facendo l’artista.

Riceveva ormai proposte per esporre le sue opere in tutto il mondo, il modo in cui lavorava e l’esecuzione di graffiti dal vivo lo portarono a viaggiare da un posto all’altro. Erano tutti affascinati dalla sua arte che rappresentava qualcosa di diverso con una freschezza ed energia unica.

“Credo che sia più importante fare tante cose diverse, inventare nuove immagini, fare cose che non sono mai state fatte prima piuttosto che fare solo una cosa fatta bene”.

Che si trattasse di muri della metropolitana, ritagli di carta o grandi teloni industriali, il suo lavoro doveva essere universale. Keith Haring a New York sviluppò un linguaggio visivo iconico fatto di motivi semplici e riconoscibili come cani, bambini e cuori e li sfruttò per comunicare l’energia e le ansie della sua generazione mettendo in discussione concetti precostituiti.
Street Art a New York Keith Haring
(Pic credit: artspace.com 1984)

Street art a New York: malattia e opere pubbliche

Nel frattempo le cose a New York erano molto cambiate a causa dell’Aids, improvvisamente le persone intorno a lui iniziarono ad ammalarsi e pur di non pensare e affrontare il trauma di vedere in continuazione amici che morivano, creò senza sosta. Nel 1986 realizzò un enorme murale sul campo da pallamano della East 128th St e 2nd Ave ad East Harlem in risposta all’epidemia di crack che aveva iniziato a diffondersi a New York colpendo anche un suo collaboratore.
street art a New York Crack Is Wack

Oggi “Crack is wack” è una meta obbligata per gli appassionati d’arte che visitano la Grande Mela.

Scoprì in questo periodo di essere malato, non si illuse mai di poter guarire, sapeva che doveva vivere fino alla fine perché c’era altro che doveva fare, creò tantissima arte attirando l’attenzione su questa piaga che dilagava.

Nonostante alcuni lavori degli ultimi due anni esprimessero l’orrore e la tristezza di quello che stava vivendo, Keith Haring continuò a celebrare la vita.
Ne è la prova l’ultima creazione pubblica “Tuttomondo” che realizzò sulla parete esterna della canonica di Sant’Antonio Abate a Pisa, chiaro simbolo di pace e armonia del mondo. 

In qualità di sostenitore dell’arte accessibile a tutti, Keith Haring a New York regalò negli anni ’80 opere pubbliche ancora oggi facilmente visibili. Venite a visitarle con noi! ^_^ Nel frattempo vi lascio la lista delle cinque opere di Keith Haring rimaste a New York:

  1. 1986 – WOODHULL MEDICAL CENTER, 760 Broadway, Brooklyn
    Il Woodhull Hospital di Brooklyn ospita figure dai colori vivaci ed esuberanti che guidano i pazienti attraverso l’atrio principale e lungo i due corridoi.
    New York City Health and Hospitals Association
    (Pic credit: New York City Health and Hospitals Association)
  2. 1986 –  CRACK IS WACK PLAYGROUND, E 128 St (2 Ave & Harlem River Drive), New York
    Keith Haring ha realizzato questo pezzo in risposta all’epidemia di crack di cocaina in tutta la città alla fine degli anni ’80.
  3. 1987 – CARMINE STREET POOL, 1 Clarkson St, New York
    Colori e motivi acquatici come pesci, delfini e sirene sono stati dipinti sul muro della piscina pubblica di Carmine St nel West Village.
    street art a New York Carmine st pool
    (Pic credit: Haring Foundation Blog, Photo by Tseng Kwong Chi)
  4. 1989 – THE LESBIAN, GAY, BISEXUAL & TRANSGENDER COMMUNITY CENTER,
    208 W 13th St, New York
    Nel bagno degli uomini al secondo piano del Centro LGBT del Greenwich Village, un trionfo di simboli sessuali celebrano il mondo gay che tanto spaventava l’America di quegli anni.
    street art a New York LGBT community center
    (Pic credit: Keith Haring foundation)
  5. 1990 – THE CATHEDRAL CHURCH OF ST. JOHN THE DIVINE,
    1047 Amsterdam Ave, New York
    Appena due settimane prima di morire completa la pala in bronzo e oro “The Life Of Christ” con angeli sui pannelli laterali ed un Cristo al centro donandola alla Cattedrale St. John the Divine.
    street art a New York
    (Pic credit: Sam Havadtoy and Keith Haring Estate)

Morì a soli 31 anni, nel 1990, a causa di complicazioni dovute all’AIDS.

Si stima che Keith Haring abbia realizzato oltre 10mila opere d’arte durante la sua vita, ora esposte in oltre 60 musei in tutto il mondo.

Se vi interessa scoprire altro sulla storia e segreti di New York, qui trovate molti articoli di riferimento.

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Dinamica, solare, positiva ed estremamente professionale. Kiara non è solo una delle migliori guide italiane di New York (conosco benissimo la città, eppure lei riesce sempre a sorprendermi con novità e luoghi insoliti) ma anche un'apprezzata Vlogger e Content Creator per il web. Ho avuto modo di collaborare con lei in più di un'occasione, la sua preparazione e la sua serietà sono fuori discussione. Il suo grande valore aggiunto è costituito dall'entusiasmo e dalla determinazione con cui affronta e porta avanti ogni nuovo progetto. Consigliata a chi desidera scoprire Nyc in maniera più autentica e approfondita ma anche ad enti ed aziende che desiderano sviluppare in maniera efficace i loro progetti sul web.
Simona Sacri
Writer specializzata in USA socia onoraria Visit USA Italy
Poche volte nella vita si incontrano persone come Kiara, solare, determinata, capace, sognatrice e ottima professionista. Dicono che per diventare persone di successo bisogna emulare chi l’ha fatto prima di te, e di certo, Kiara, è una persona che quel suo personale successo l’ha ottenuto!
Cristian Barbarino
Graficoach, Digital Entrepreneur
Kiara, con la sua agenzia New York City 4 All, non vi propone solo dei tour e dei servizi ma una vera e propria esperienza di New York! Vi fa scoprire luoghi e aspetti della città che raramente avrete occasione di conoscere, tanto più se siete in città solo per pochi giorni. Con i suoi vlog vi porta all'interno di eventi, curiosità, mostre, nei locali più nuovi e di tendenza, offrendo informazioni utili e idee non solo per i turisti ma anche per chi a New York ci vive ma non riesce a stare al passo con tutto quello che questa meravigliosa città offre ogni giorno. E la sua collaborazione con brand, locali, ristoranti, palestre, fa entrare Kiara nel tessuto della città ogni giorno di più... e noi con lei!
Chiara Barbo
Giornalista e scrittrice per La Voce di New York